COMUNICATO STAMPA - La settimana scorsa anche Giorgio Gori, che ha fatto tappa ad
Abbiategrasso, si è finalmente ricordato che sull'est Ticino incombe l'assurdo e
mastodontico progetto della superstrada da Vigevano a Malpensa. Il fatto che abbia detto che va rivisto è sicuramente una
buona notizia. Ormai sembra essere rimasto il solo Massimo Garavaglia ad avere
questo chiodo fisso della superstrada così come disegnata da Anas, con un
progetto vecchio di 20 anni che non ha più alcuna ragion
d'essere.
Ad aprile dell'anno scorso, infatti, con la presentazione del
Masterplan Malpensa, c'è stata l'esclusione definitiva della III pista fino al
2030, e dunque la decadenza dell’obiettivo che aveva determinato la necessità
dell’infrastruttura. Si potrebbe prefigurare il decadimento di tutta la
procedura prevista in “legge obiettivo”.
A gennaio del 2017 il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici
ha rinviato ad Anas il progetto per significative carenze progettuali, progetto
poi purtroppo approvato nonostante non sia stata apportata alcuna
integrazione. Ma le incongruenze non sono poche. Ad oggi, ad oltre due mesi dalla Conferenza dei servizi di
Regione Lombardia, non è ancora dato di leggerne il verbale.
"Gli studi effettuati dal Parco del Ticino - ha aggiunto - hanno evidenziato che le infrastrutture stradali localizzate parallelamente al fiume, sono quelle a maggior impatto per la biodiversità e gli ecosistemi naturali in genere. Penso che occorra rendersi conto che ogni nuova infrastruttura costituisce un debito potenziale per il futuro e, dunque, prima di costruirla è indispensabile una seria valutazione costi-benefici".
"I Sindaci dell'area interessata - ha concluso Dal Toso - in considerazione della riduzione dei trasferimenti statali per le manutenzioni e le migliorie stradali, sono costretti a ricorrere così alla "grande opera" per tentare di risolvere problemi locali.
Occorre rilanciare, invece, le autonomie municipali e sovraordinate, la partecipazione dei cittadini nei processi decisionali e le funzioni amministrative un tempo esercitate dalle Province, che hanno sempre garantito la manutenzione delle strade necessarie per la collettività. Si rischia di ripetere errori commessi in passato (Brebemi e Pedemontana) con consumo di suolo eccessivo, privo di benefici concreti".
L’attuale finanziamento (220.000.000 €) non permette la
realizzazione dell’intero progetto, dunque è stata stralciata la tratta B
(connessione Abbiategrasso-Baggio), a favore delle tratte A e C (connessione
Ozzero-Malpensa). Eppure proprio sulla tratta B ci sarebbe un sostanziale
consenso, anche perché se ne riconosce l’utilità in quanto faciliterebbe
l’accessibilità su Milano dalla Lomellina, e costituirebbe un collegamento al
nuovo ponte sul Ticino che si sta realizzando. Questa tratta però è l’unica a
non essere finanziata.
Il progetto, al momento, non è stato ripresentato al
CIPE.
Infine nel dicembre scorso Cecilia Wikström (Presidente della
Commissione per le petizioni della UE) ha scritto al Ministro dell’Ambiente
Galletti e al Ministro delle Infrastrutture Del Rio, segnalando parecchie
criticità dell’infrastruttura in questione, ivi compreso un vizio procedurale
legato alla VIA (Valutazione di Impatto Ambientale), i numerosi richiami e le
procedure d’infrazione legate alla qualità dell’aria.
La lettera si conclude con le seguenti parole: “In tale
contesto il progetto in questione appare controproducente sotto tutti i punti di
vista (economico, ambientale e sanitario). Ne consegue che, se fosse portato a
termine sulla base di una VIA obsoleta, potrebbe contribuire a una decisione da
parte della Commissione di deferire di nuovo l’Italia alla Corte di giustizia
dell’Unione Europea per le persistenti violazioni dei limiti di inquinamento
atmosferico".
Eppure questa superstrada continua ad essere l'ossessione di
Garavaglia, che la vuole a tutti i costi, senza ulteriori discussioni e senza
modifiche.
"Quanto al progetto che prevede una nuova infrastruttura
di collegamento veloce tra la SS 494 a partire da Ozzero e la SS336 che da
Magenta porta a Malpensa - ha detto il candidato alla Camera di LeU -
rilevo che l'obiettivo da cui è scaturita la necessità dell'infrastruttura è
venuto meno (la terza pista di Malpensa). Le tratte A e C, previste dal
progetto, attraversano paesaggi di altissimo valore, che verranno modificati
irrimediabilmente. Il progetto è molto datato nell'impostazione perché redatto
nel 2003, prima cioè dell'entrata in vigore del Codice dei beni culturali e del
paesaggio (D.Lg.vo 22.1.2004 n.42) ed inoltre manca una valutazione degli
effetti sull'agricoltura, in particolare sulle aziende biologiche, sulla
frammentazione aziendale e sul relativo rischio di abbandono di parti del
territorio agricolo".
"Gli studi effettuati dal Parco del Ticino - ha aggiunto - hanno evidenziato che le infrastrutture stradali localizzate parallelamente al fiume, sono quelle a maggior impatto per la biodiversità e gli ecosistemi naturali in genere. Penso che occorra rendersi conto che ogni nuova infrastruttura costituisce un debito potenziale per il futuro e, dunque, prima di costruirla è indispensabile una seria valutazione costi-benefici".
"I Sindaci dell'area interessata - ha concluso Dal Toso - in considerazione della riduzione dei trasferimenti statali per le manutenzioni e le migliorie stradali, sono costretti a ricorrere così alla "grande opera" per tentare di risolvere problemi locali.
Occorre rilanciare, invece, le autonomie municipali e sovraordinate, la partecipazione dei cittadini nei processi decisionali e le funzioni amministrative un tempo esercitate dalle Province, che hanno sempre garantito la manutenzione delle strade necessarie per la collettività. Si rischia di ripetere errori commessi in passato (Brebemi e Pedemontana) con consumo di suolo eccessivo, privo di benefici concreti".
Sulla questione Marco Dal Toso ha espresso la
posizione di Liberi e Uguali.
Sinistra Italiana Ovest Milano
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